Dakar 2018: per l’Italia c’è l’inedita coppia Cerutti e La Pizza +1
Un nuovo binomio italiano per la Dakar 2018: Jacopo Cerutti e La Pizza +1. Il talentuoso pilota ventottenne correrà il più famoso rally raid del mondo, giunto alla quarantesima edizione, affiancato dal brand piacentino specializzato nella produzione di pizza e focaccia fresca in atmosfera modificata.
L’avventura è stata presentata oggi nel quartier generale de La Pizza +1. Il primo via della gara è previsto da Lima, in Perù, il 6 gennaio 2018; la Dakar 2018, composta da 14 tappe, farà poi rotta verso la Bolivia per proseguire in Argentina e terminare a Cordoba.
“La nostra azienda condivide con Jacopo lo stesso universo di valori”, spiega Sante Ludovico, amministratore unico de La Pizza +1. “I principi che guidano il mondo dello sport sono gli stessi che ritroviamo alla base della nostra cultura d’impresa: anche a La Pizza +1 amiamo la sana competitività, il rispetto delle regole e del capitale umano. Crediamo nella dedizione e nell’impegno: ogni giorno lavoriamo per superare un nuovo limite. Come nello sport, anche in azienda si affrontano tante sfide. Ad esempio, il tempo e la nostra tenacia hanno fatto sì che si modificasse il preconcetto che una pizza di qualità dovesse essere per forza rotonda: oggi La Pizza +1 produce pizze e focacce rettangolari, di serie e personalizzate. Senza dimenticare quella grande sfida vinta ad Expo 2015, quando abbiamo dato vita alla pizza più lunga del mondo, riportando così il Guinness dei primati in Italia”.
Cerutti, in sella all’Husqvarna 450 Rally Replica gestita dal team Moto Racing Group, sarà alla sua terza partecipazione alla Dakar. Dopo l’ottimo 12° posto nella gara dell’esordio di due anni fa, nella scorsa edizione il pilota comasco è stato costretto al ritiro per una caduta. Ora, c’è voglia di rivalsa con una nuova posizione importante nel mirino.
“Il primo obiettivo sarà sicuramente finire la gara”, rivela Jacopo Cerutti con un velo di scaramantica cautela. “Dobbiamo percorrere 9.000 km lungo strade tecniche e sicuramente molto impegnative, sia per me che per la tenuta meccanica della moto. Anche se l’aspetto più difficile, da tenere sotto controllo, è quello mentale: si corre per tante ore, si dorme poco ma la concentrazione deve essere sempre al massimo. L’esperienza che ho maturato nelle due edizioni precedenti della Dakar mi aiuterà parecchio: penso solo a quanto sia fondamentale la giusta lettura delle mappe, tutte su carta, per orientarsi e trovare l’itinerario giusto in mezzo al nulla”. Le sensazioni nell’aria sono positive: “Mi piacerebbe lasciarmi alle spalle qualche pilota ufficiale, come già successo nella gara del mio esordio. Alla Dakar 2018 se ne contano una ventina: ci proverò senz’altro”.